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La competizione - 4

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“Allora?” si informò Valeria “Lei quanto ha resistito?” Nei primi minuti era arrivata a temere che non sarebbe mai riuscita a far cedere la sua rivale, ma grazie alla scoperta del suo punto debole, era riuscita a farla capitolare molto in fretta…sperava abbastanza in fretta da riuscire a batterla!

“Bhe…questo è eccezionale….” Disse la Dottoressa stupita, osservando il risultato sul cronometro “12 minuti e 26 secondi…esattamente come la signorina prima di lei”

“Cosa?” commentarono Valeria e Giorgia all’unisono.

“Inusuale” continuò la dottoressa stringendosi nelle spalle “Immagino sarà necessario un qualche genere di spareggio...posto, ovviamente, che l'ultima candidata non realizzi un tempo migliore!” concluse la donna con un sorriso malizioso.

L'ultima candidata!

Giorgia, ancora legata ed ansante, fissò negli occhi Valeria con espressione decisa, poi entrambe si voltarono a guardare Anna.

Se gli sguardi potessero uccidere!

Non che ora le due ragazze si adorassero, beninteso...ma, senza bisogno di parlare, con quel semplice scambio di sguardi, si era formata tra loro una (molto!) temporanea alleanza, volta ad un solo scopo.

Distruggere Anna.

Rovinarla di solletico, torturarla come mai era stata torturata prima.

Erano passate entrambe sotto i ferri, resistendo un identico lasso di tempo...cosa di per sé già abbastanza grave...e ora ci mancava appena che quell'allucinata le battesse!

Dopo tutto quello che avevano passato, dopo tutto quello che avevano sofferto!

E poco importava che, fino a poco tempo prima, la biondina fosse stata loro alleata, poco importava che si fosse rivelata determinate per far crollare prima una poi l'altra ragazza...l'unica cosa che ora volevano Giorgia e Valeria era assicurarsi che Anna gridasse pietà nel più breve tempo possibile.

La biondina, dal canto suo, pareva beatamente ignara dei pensieri omicidi che si agitavano nelle menti inviperite delle compagne. Rimanendo in piedi, con la sua classica aria trasognata, commentò: “Allora adesso tocca a me?”

“Si?!” risposero all'unisono Giorgia e Valeria.

Sorridendo, la dottoressa prese ad armeggiare con le cinghie che ancora legavano Giorgia.

“Quanta foga...anche se comprensibile immagino!” ridacchiò, finendo di sciogliere le caviglie della ragazza.

Non appena libera, Giorgia balzò giù dal lettino il più agilmente possibile, date le circostanze e si massaggiò gli arti intorpiditi.

Rabbrividì al contatto dei piedi nudi con il gelido pavimento di linoleum e si affrettò e reindossare velocemente i calzini e le scarpe.

“Paura che ti si gelino i piedoni?” sussurrò beffardamente Valeria.

“Tu stai zitta che con te ho un conto aperto” soffiò Giorgia di rimando “Ora però...abbiamo una questione da risolvere” ringhiò a bassa voce, guardando in direzione di Anna, che, nel frattempo, si era avvicinata tranquilla tranquilla al lettino. Come se non le importasse affatto di facilitare il compito delle sue future aguzzine, si sfilò pigramente gli stivali e li posò con grazia in parte alle gambe del tavolo. Poi, sempre con calma, vi si distese sopra.

“Già...” fece l'altra fissando la biondina che si faceva docilmente legare dalla dottoressa, come nulla fosse.

“Tutto a posto!” annunciò Daniela, finendo di assicurare i polsi di Anna in una morbida, ma ferrea morsa “Siete pronte?”

Come fosse parte di un piano militare deciso a tavolino, Valeria scattò rapidamente in avanti, posizionando le dita già frementi ad un passo dalle ascelle esposte della compagna.

“Pronta!” annunciò.

Al contempo, Giorgia si precipitò ai piedi del lettino e prese ad armeggiare con le calze a rete che coprivano le piante dei piedi di Anna, rompendone con furia i piccoli nodi.

“Pronta!” confermò.

Anna, dal canto suo, pareva divertita da tutti quei frenetici preparativi. Sorrise dolcemente e nella sua voce non c'era traccia di tensione quando, con voce serafica, rispose a sua volta “Pronta!”

“3…2…1…via!”

E al suono del “Via!”, l'attacco iniziò.

Non ci fu una fase preliminare. Nessuna ricerca insinuante dei punti deboli, nessuna fase di studio.

Solo un immediato, furioso, spietato assalto di solletico.

La prima a cominciare fu Valeria.

Avvantaggiata dal fatto che lo stretto bustino indossato da Anna lasciasse le ascelle completamente scoperte, vi fiondò immediatamente le mani. Prese a grattare, solleticare, stuzzicare senza pietà la pelle pallida della compagna con le sue tremende unghiette.

“AHAHAHAHAHAHAhAHAHAHAHAH...OoOhHODIiIIIOOOOO! AHAHAHAHAHAHAAHAHAHAHAHAHAHA!”

La risata di Anna era incredibile! La ragazza pareva essere impossibilmente sensibile: semplicemente non poteva trattenerla o nemmeno ci provava! Fatto sta che le sue risate uscivano come acqua da un fontanile: piene, pure, vibranti, senza interruzione.

“Adesso vediamo se non cedi in fretta, maledetta bambola!” le ringhiò Valeria ad un centimetro dall'orecchio.

“AHAHAHAHAHA...nOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!” replicò Anna scattando, dimenandosi, torcendosi alla bell' e meglio, trattenuta com'era dai suoi legami.

“No? No? NO??? Risposta sbagliata!” infierì la ragazza aumentando la velocità delle sue sadiche dita , solleticando la tenera pelle tra le ascelle ed il bustino.

“UHUHAAAAAA...NOHHhoHOOOOOOOOOOOOOO! AHAHAHAHAH!” ripetè la biondina in preda ad un convulso attacco di risa. Ma Valeria non fu in grado di decifrare se quel “No” fosse un rifiuto di arrendersi...o un semplice urlo di disperazione.

Non che questo le importasse, né che l'avrebbe fermata.

Nel frattempo, Giorgia aveva finito di liberarsi la via, rompendo uno dopo l'altro gli stretti nodi delle calze a rete che coprivano le piante dei piedi della ragazza prigioniera.

Appena ebbe finito, memore di quanto aveva dovuto patire a causa di quella piccola stronza, l'atletica ragazza affondò senza pietà le unghie in quella carne tenera, tracciando solchi di solleticosa sofferenza lungo le piante candide di Anna.

“AahAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH....EEEEE NOHHOHOhohhoohho AHAHAAHAHAHAHAHAHAHAHAH!” Si sgolò la biondina, inarcando la schiena come posseduta.

Il suo viso era una smorfia, completamente stravolta da un risata inarrestabile.

Un solletico devastante le percorreva tutto il corpo, come una batteria collegata ad entrambi i poli che riceveva stimolazione continua!

“AAAAHAHAHAHAHAHAHHAHOHhoOHhoDIoOOOOOOOO! AHAHAHAHAHAhAHAHAh...HhoHOHODIIIIOOOOOOOO!! AHAHaHAHHAHAHAHAHAHAH!”

Anna si sgolava, rideva, rideva e rideva. Il suo corpo si torceva in maniera impossibile, cercando, come per un riflesso automatico, di sottrarsi a quel supplizio. Inutilmente.

Le sue aguzzine erano inarrestabili, metodiche, determinate. Non le davano tregua, non le davano respiro, ad ogni secondo parevano centuplicare i loro sforzi.

Le dita di Valeria solleticavano in rapidi cerchi le ascelle di Anna. Le unghie di Giorgia infierivano spietatamente sulle pallide piante della poverina.

“Com'è? Eh? Non è bello quando sei alla mercè di una stronza che ti solletica i piedi, non è vero? Cos'è, non rispondi? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” gongolò perfidamente Giorgia, quasi più rivolta a sé stessa che alla sua vittima.

Una risata incredibilmente acuta coprì infatti quelle frasi praticamente del tutto. “AHAHAHAHahhaha.. NHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”

Dopo pochi minuti, però, le due ragazze iniziarono a sentirsi frustrate. Era ovvio che la ragazza stesse soffrendo...pareva sensibile, sensibilissima...forse più di loro...e allora come era possibile? Com'era possibile che, a parte quei lunghi “NooOHOHHHHOHOHOHOHOHOHOHOHO” lanciati tra una risata e l'altra...Anna non desse alcun segno di cedimento?

Certo, rideva, si contorceva, saltava...ma mai una volta aveva supplicato, minacciato, insultato, implorato una pausa...

“Com'è possibile?” si domandò Giorgia, solleticando con tutta l'intensità possibile tra le piccole dita dei piedi della compagna.

“Se facessero il solletico così a me...io morirei!” rimuginò Valeria, alternando il solletico alle ascelle a delle fastidiosissime e veloci solleticate si lati del collo,

“IhHIHIHIHIHIH...HU...AH,,.AHHA..IHHIHIHIHHHIHI..AHAHAHAHAHAHAHAH!”

Di fronte ai loro sforzi combinati, la risata della biondina parve divenire più acuta, quasi isterica. Strizzò gli occhi e lacrime bollenti iniziarono a solcarle le guance arrossate, la voce rotta ogni tanto da singhiozzi “HIHIHhHIIHAHAAAAAA....hi..hi..IHhiHIAHAAAAA!”

Eppure, nemmeno allora si decise a dire una parola! Non un insulto, non una minaccia, non una supplica!

Le due aguzzine si scambiarono il primo sguardo da quando la tortura era iniziata.

Senza bisogno di parlare, Giorgia indicò con un cenno del capo l'ormai tristemente famoso tavolino degli strumenti. Un muto segnale che stava ad indicare “È ora di giocare duro!”

Valeria guardò il volto contratto dalle risare della sua piccola vittima e la rassicurò “Non muoverti...torno subito!”

“hiHAHHA..AH..AhAhAhahahahahAAHH! L'unica risposta possibile da parte di Anna fu una risata giusto un poco meno intensa, dovuta al solletico tremendo che Giorgia insisteva a procurarle mulinando tutte e dieci le dita lungo i suoi poveri piedi indifesi.

Valeria fu di parola: dopo un rapidissimo esame, trovò quello che stava cercando e lo raccolse con un luccichìo di pura perfidia acceso negli occhi verdi.

Fece immediatamente ritorno al tavolo della tortura dove la povera Anna continuava a dibattersi impotente.

“Ta-dà!” annunciò trionfante reggendo in mano un flacone di olio per massaggi.

Anna potè solo fissarlo, al bocca aperta in una risata impotente.

“AHHAhAhAHA..oHOohDiIioOOOoOoO!”

Senza ulteriori indugi, Valeria stappò la confezione di olio con uno schiocco secco e se ne versò una generosa quantità su entrambe le mani. Poi, altrettanto rapidamente, prese a passare le dita sotto le ascelle e lungo il collo di Anna, diffondendo e spalmando l'olio su ogni centimetro di pelle esposta.

“HihIhhihiHiHIH..BRRRRRR!” rabbrividì ridacchiando Anna

“Passa qua!” le gridò Giorgia dal fondo del tavolo, facendole segno con le mani, indicando i pallidi piedi della biondina che ancora si torcevano.

Rivolgendole un ghigno malevolo, Valeria passò alla compagna il flacone. Giorgia lo prese al volo senza sforzo ed imitò quanto aveva fatto in precedenza la ragazza, avendo cura di spalmare bene bene ovunque l'olio per massaggi: lungo le piante, sui talloni, su e giù per gli archi, in mezzo alle piccole dita..

“IHHAHIAHA...AhAHAhahaHA..IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!” strillò Anna in preda ad un brivido irrefrenabile.

Con somma delizia delle ragazze, la pelle pallida e sensibile della biondina pareva fremere al semplice, freddo contatto con la sostanza.

“Ora!” dichiarò trionfante Valeria

“Vediamo se non cedi!” rincarò la dose Giorgia.

E come due furie mandate dall'inferno, le due ragazze si ributtarono in un implacabile assalto sul corpo esausto di Anna.

“AAHAHAHAHAHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!! NOHHHOHOHOHOHOOHOOO! NooNNONOnONoNONOONNONO! AHAHAH..NOHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!”

Il volume delle risa della ragazza era incredibile. Quello che era iniziato come una fontana era ora diventata una cascata, una cascata ruggente, inarrestabile di risate a squarciagola.

Inizialmente quasi spaventate da una reazione tanto esagerata, Giorgia e Valeria presero presto ad approfittare spietatamente della rinnovata debolezza delle loro vittima.

Le loro dita ora scorrevano con una facilità prima inimmaginabile.

Le corte unghie di Valeria si potevano fare strada in cerchi ora piccoli, ora ampi, andando a colpire i lati del collo, le ascelle, la sensibile zona del retro delle braccia.

“IHAHAHAHAHIAHIAHIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHAHAha!”

Le implacabili dita di Giorgia colpivano, colpivano e colpivano. Aveva preso a picchettare coi polpastrelli lungo tutto l'arco plantare del piede destro di Anna, che si dibatteva come impazzito. Veloce, sempre più veloce, quelle venti furie parevano battere a macchina un romanzo di sofferenza inaudita su quel tenero, piccolo piede.

“AAHAHAHHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! HoHOHODIIIiiiiiiiiiiiiiiOOOOOO...AHAHA..NOHOHHOHOHONNOHHOHOHOHOOHHOhHOOHHO..AHAHAHAHAHHAHA!” ruggì Anna.

Che da un corpo così minuto potessero uscire risate così feroci era quasi inverosimile.

Eppure, quando Valeria prese a passare i pollici nel centro esatto delle ascelle della biondina e, al contempo, Giorgia prese a grattarle sapientemente gli spazi inter-digitali, la ragazza parve letteralmente esplodere!

“AHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! AHAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!”

Anna tirò i propri legami con forza tale che sembrava stesse per spezzarli! La sua risata, già incredibilmente acuta, si alzò di due ottave, tanto che i vetri della stanza parvero tremare!

Il suo corpicino si scuoteva e si agitava, in agonia, il suo viso era una maschera di lacrime, sudore e trucco colato. La sua bocca, un pozzo aperto in una risata che veniva dal profondo.

Eppure, ancora non implorava.

“Fantastico...” pensò tra sé la dottoressa, fissando il cronometro con un malcelato sorriso “Questo è oro puro..”

Certamente, i suoi pensieri non erano condivisi dalle due attuali torturatrici raccolte attorno al tavolino. Se, inizialmente, si erano sentite galvanizzate dalla reazione esagerata della loro vittima, ora stavano tornando a preoccuparsi. Stava succedendo esattamente come prima! Anna rideva, rideva e rideva...e nient'altro!

Al colmo della frustrazione, Giorgia si chiese che senso avesse continuare. Da quanto stavano andando avanti? Dieci minuti? DI più? Dovevano escogitare qualcosa...e in fretta!

“AHAHHAAH..NOHHHHHHHHHHHHHHOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!” tornò ad urlare Anna.

“Ancora quel “NO!” pensò infuriata la ragazza “Possibile che...” e poi si fermò, colta da un'improvvisa epifania.

Si alzò di scatto e si diresse di tutta fretta verso Valeria, che ancora si ostinava a solleticare senza posa il corpo stremato di Anna.

“Ehi! Ehi! Ehi ferma!” le disse.

La ragazza non le badò, tanto era presa nella sua opera. Pareva avesse un diavolo in corpo, a giudicare dalla foga perversa con cui grattava, grattava e grattava le ascelle esposte della sua prigioniera.

“Ho detto ferma!” sbottò Giorgia, afferrando di scatto i polsi di Valeria.

“Che c'è?!” berciò quella di rimando “Che fai qui? Perchè ti sei fermata? Vuoi forse perdere?”

“Ooooh ma ragiona un attimo!” replicò Giorgia mollandole le braccia e riprendendo la sua classica aria di superiorità.

Valeria la guardò senza capire e la ragazza scosse la testa.

“Noi possiamo vincere...” spiegò con il tono pedante di un'insegnate che spiega una cosa ovvia ad un bambino che proprio non ci arriva “Solo se la bambolina qui presente...” indicò con un cenno del capo il petto ansante di Anna “Grida che si arrende...”

“Appunto!” fece spazientita Valeria, facendo mostra di voler tornare a solleticare Anna senza pietà.

“Ma mi ascolti?!” le urlò dietro Giorgia “Come fa a supplicare...se non le lasciamo nemmeno in fiato per parlare?”

Silenzio.

Le dita di Valeria si bloccarono ad un centimetro dalle ascelle di Anna.

“Allora...è così? È per questo che continuava ad urlare no?”

Giorgia incrociò le braccia al petto con aria soddisfatta ed annuì .

“Ovviamente!” dichiarò avvicinandosi a sua volta al viso in lacrime di Anna “Non è così bambolina? Non è forse vero che stavi per arrenderti?”

Anna pareva ancora a corto di fiato. Ansimava, tremava, inghiottiva saliva. Pareva incapace di articolare parole di senso compiuto.

“Su, su...” minimizzò Giorgia “Non c'è bisogno di fare tutta questa scena...dì solo che ti arrendi e la chiudiamo qui”

Valeria faceva saettare lo sguardo dal viso sicuro di Giorgia a quello stravolto di Anna. Che avesse ragione?

Poi, la biondina prese un profondo respiro.

Nella stanza scese il silenzio più assoluto.

Ed infine, Anna parlò.

“NOOOOO!” Ripeté. Poi prese nuovamente fiato e dichiarò, con un sorriso tutto felice sul viso sconvolto. “Io...io volevo dire...che NO...NON è...ABBASTANZA!”

La sicumera sul volto di Gloria si incrinò come un vetro a cui si tira contro un sasso,

“Co...COSAAAAA???” dichiarano sconvolte le due ragazze, mentre la dottoressa tratteneva a stento un riso.

“Non bastaaaaaa!” ripeté Anna, dimenandosi sul lettino “Ci sono tanti altri posti che ancora non avete solleticato...la pancia ad esempio...o le costole o...oh...oh..oh! Sapete dove? Le cosce! Lì lo soffro da impazzire, proprio morirei!”

Giorgia si sentì cascare le braccia. Non era possibile....aveva frainteso tutto! A quella stramboide...piaceva il solletico! Non c'era pi nessuna possibilità di vittoria, nessuna via...Inconcepibile...stave per essere battuta da una simile idiota...

Ma mentre la ragazza si perdeva in quei cupi pensieri, Valeria, alla sua sinistra, ancora sorrideva.

“Allora è così? Vuoi più solletico, cara Annuccia?” la sua voce aveva preso all'improvviso un tono mellifluo, insinuante.

“Uh-uh-” annuì Anna con un sorriso a trentadue denti.

“Ti piace soffrire, non è vero?” continuò Valeria con fare mellifluo.

“Uh-uh-” ripeté Anna sempre più entusiasta.

“E vorresti che noi ti facessimo tanto solletico alle tue belle coscette...vero?” domandò con voce da bimbetta, dando di gomito a Giorgia.

“Siiiiiiiiiiiiiiiiiii!” gridò Anna al colmo della gioia.

“Ma che fa? “ pensò Giorgia esterrefatta “È impazzita del tutto anche lei?”

“Vuoi proprio che ti solletichiamo veroooo?” continuò Valeria, con una voce ormai in tutto e per tutto simile a quella di Anna.

“Sììììììì” la ragazza si contorse sul lettino, apparentemente al colmo della gioia.

“No.” disse semplicemente Valeria, tornado seria all'improvviso.

Fu come dire ad un bambino che il Natale era stato cancellato quell'anno.

La mandibola di Anna si muoveva a scatti, i grandi occhi azzurri erano spalancati e colmi di delusione.

“Ma...ma...come...noooo?” piagnucolò.

Giorgia comprese finalmente quale fosse il gioco a cui Valeria stava giocando. Era folle, totalmente folle. Senza senso, irrazionale...ma non lo era in fondo anche la stessa Anna?

Cercando di mettere su un contegno il più serio possibile, si apprestò ad entrare a sua volta nella pantomima.

“Esatto: no. Noi NON ti faremo il solletico.” disse con tutta la sicurezza che poteva ostentare.

“Ma perchèèèèèèè?” protestò Anna contorcendosi sul tavolo, con il tono di una bambina che fa i capricci.

“Non ci va” fece Valeria stringendoci nelle spalle, “Tanto ti piace...”

“Esatto, non c'è gusto” le diede ragione Giorgia “Quindi...perchè dovremmo farti un favore?”

“Esatto...ti sei nostra avversaria: perchè dovremmo avvantaggiarti?”

Anna le guardò apparentemente senza capire.

“Avversaria?” chiese, i lucidi occhioni azzurri completamente aperti.

“Il provino” le ricordò Giorgia, stringendo i denti e cercando di mantenere inalterato il suo contegno “La GARA...per decidere chi deve essere scelta...!”

“Oooooh...quella!” fece Anna, come se si fosse appena ricordata di una cosa insignificante, invece che del motivo per cui si trovava lì in quel momento “È per QUELLO che non mi volete solleticare più?”

“Esatto!” risposero all'unisono le due ragazze con un enorme, falsissimo sorriso sul volto.

“Ooooooh ma se è solo per quello....Mi arrendo!” dichiarò Anna con un sorriso candido.

“Non è possibile...” boccheggiò Giorgia mentre Valeria la guardava sogghignando “Ha funzionato davvero!”

“Tempo!” dichiarò la dottoressa, che per tutta la durata della conversazione era rimasta zitta.

“Ora mi solleticherete, vero?” disse Anna con aria preoccupata.

Valeria ridacchiò, soddisfatta che la sua astuzia avesse avuto successo e le passò velocemente le unghie sulle cosce scoperte. “Forse più tardi...”

“Al diavolo!” tagliò corto Giorgia rivolgendosi a Daniela “Allora?” domandò con aria ansiosa “Quanto? Quanto tempo ha resistito?”

“Beh...è sconcertante...” iniziò lentamente la donna, fissando il cronometro.

“Cosa?” fece Giorgia, impaziente.

“Mi rendo conto che per voi sia increscioso, ma...”

“Ma...cosa?!” sbottò la ragazza.

La donna girò il cronometro digitale, così che tutte potessero vederlo.

Sul quadrante erano segnate le cifre 12:26:00

“Non ci credo!” strepitò Giorgia

“Non è possibile! “ protestò Valeria

“Che bello! Tutte e tre uguali!” si entusiasmò Anna.

“Sta zitta!” sibilarono le altre due.

“Come dicevo...increscioso...” fece la dottoressa guardandole da dietro le lenti dei suoi occhialetti bordati d'acciaio. “Immagino si renda necessario una sorta di spareggio...”

Istintivamente, Giorgia e Valeria si protessero il corpo con le braccia, quasi dovessero subire immediatamente una nuova, tremenda dose di solletico.

Solo Anna urlò “SIIIIIIIIIIIIII!”, ma le due ragazze non si presero più nemmeno la briga di zittirla, dal tanto erano sconvolte.

La dottoressa ridacchiò e disse “Beh, no...non subito, ovviamente. Purtroppo, il tempo a mia disposizione per valutarvi è finito. Tuttavia, se volete essere così gentili da lasciarmi i vostri recapiti...” porse loro un modulo precompilato ed una penna “Sarò lieta di contattarvi ancora, domani...”

“Domani???” chiesero esterrefatte le tre ragazze.

La dottoressa fu molto gentile, estremamente paziente e molto accomodante. Ma alla fine, ottenne esattamente quello che voleva: chiudere lì la questione

A nulla valsero le proteste di Giorgia, le lamentele di Valeria, né le suppliche di Anna di iniziare immediatamente con lo spareggio.

Dopo che tutte le ragazze si furono rivestite ed ebbero lasciato le loro generalità, furono congedate.

Con fare cordiale, la donna le accompagnò alla porta, augurò loro una buona serata e poi si ritirò sorridendo nel suo ufficio.

“Non ci credo!” mormorò Valeria, le lacrime agli occhi a causa dell'estremo nervoso.

“Che SFIGA!” gridò Giorgia, pestando rabbiosamente il piede a terra.

“Niente spareggio...né oggi, né domani, né mai...!” fece il broncio Anna.

“Dio ti giuro, se non stai zitta...” Giorgia iniziò ad inveire verso la compagna, posseduta da una rabbia tale che pareva schiumare dalla bocca, ma Valeria, come prima parve intuire qualcosa.

Non sapeva come, ma la ragazza dai capelli rossi percepiva che Anna non era stupida. Certo, era...beh , era completamente suonata, quello sì...ma spesso sapeva molto più di quanto lasciasse intuire.

“Giorgia...aspetta”si impose di calmarsi a sua volta, si asciugò il principio di lacrime che si stava facendo strada dai suoi occhi, poi si rivolse ad Anna.

“Tu sai qualcosa...non è vero?”

Anna annuì con decisione.

Ora anche Giorgia la fissava. Aveva le braccia conserte ed il volto tirato in un'espressione di pura tensione, ma la ascoltava.

Anna fece loro segno di avvicinarsi “Non qui...” sussurrò, con l'aria di chi condivide un grande segreto “Venite a casa mia...devo farvi vedere una cosa...”

Erano da poco passate le dieci di sera.

La donna che si faceva chiamare Daniela Alchemi aveva appena finito di trafficare con il computer.

Si era tolta gli occhialetti di cui non aveva realmente bisogno, si era sfilata il camice che aveva comprato a poco prezzo e aveva legato i lunghi capelli corvini in una coda dietro la testa.

“Liceali...universitarie...” scosse le testa.

Tutte uguali. Tutte stupide.

Bastava sventolare loro in faccia la prospettiva di un guadagno facile e quelle accorrevano in massa.

E lei ci faceva una fortuna.

“Guadagno facile...per me!” gongolò, finendo di editare il video della sessione di Anna.

Non che i video che produceva avessero realmente bisogno di editing: ai suoi clienti piacevano proprio per quello che erano: genuini. Naturali.

Ragazze assolutamente, totalmente autentiche che si solleticavano alla follia per il piacere di un pubblico di cui ignoravano perfino l'esistenza.

Venivano da lei, attirate come falene dalla fiamma, con l'attrattiva del denaro guadagnato con facilità, poi scoprivano quello che dovevano fare.

A quel punto, alcune rinunciavano...ma sorprendentemente poche. La maggior parte, vuoi per orgoglio, vuoi per avidità, vuoi per semplice stupidità, rimanevano, convinte che il gioco valesse la candela.

Pochi minuti di solletico...e avrebbero intascato 200 euro!

Inutile dire che non sarebbe mai successo. Era una formula collaudata e a prova di bomba. La donna si spostava di città in città, affittava a nome falso un magazzino discreto o un appartamento in periferia e poi scompariva dopo al massimo una settimana. Pagava sempre e solo in contanti. Nel frattempo, sempre pagando cash, faceva girare i suoi famosi manifesti.

“Cercasi ragazza, età compresa tra i 18 e i 25 anni, simpatica, bella presenza, dotata di tenacia e sensibilità, per un progetto di riflessologia.”

E quelle arrivavano, arrivano sempre! Il materiale per i suoi video non mancava mai:

Tickler e Ticklee in una botta sola.

Tickle & Revenge.

Teens

Blonde, RedHead, eccetera...

Poteva anche permettersi il lusso di creare delle sottocategorie, tanto alta era generalmente l'affluenza delle candidate!

Certo, c'erano degli accorgimenti da adottare: i “provini” dovevano durare un massimo di 15 minuti (durata massima di un video!) e dovevo essere sempre inconcludenti per le candidate...ma quello non era un problema: bastava truccare il cronometro. La raccolta dati e la promessa di venire ricontattate era ovviamente una messa in scena. Tutte a quel punto si lamentavano, protestavano...ma la donna sapeva essere dolcemente persuasiva.

Inoltre, “Daniela” era prudente. Riceveva le ragazze solo in gruppo e le spingeva sottilmente a competere tra loro per poi portarle a solleticarsi a vicenda.

Non compariva mai nei video e si assicurava che le telecamere nascoste che piazzava non la riprendessero mai.

Impossibile rintracciarla. Impossibile incastrarla.

Si concesse un sorriso soddisfatto. I video di quelle tre ochette, in particolare, le avrebbero fatto guadagnare un mucchio di soldi. Un'orda di estimatori di questo genere di cosa sarebbe stata disposta a pagare i bei soldoni per quelle reazioni così deliziosamente sofferte.

Si apprestò a caricarli sul suo canale privato, quando un forte colpo alla porta la distolse dai suoi pensieri.

“Siamo chiusi!” gridò. “Chi diavolo è a quest'ora?” pensò irritata. Aveva tempo solo fino a domattina, poi sarebbe dovuta sparire.

Un colpo più forte la mise in allarme.

“Ladri!” pensò. Ma era troppo tardi.

Un calcio preciso fece saltare la serratura, e tre figure incappucciate e vestite di nero irruppero nella stanza con le pistole spianate.

Immediatamente, la donna alzò le mani terrorizzata “Prendete tutto quello che volete!” disse atterrita “Solo..vi prego...non fatemi del...”

“Zittà!” la interruppe la figura più alta, ringhiando. Sembrava una voce femminile.

“Daniela” si apprestò ad obbedire. “Davvero...io...” sussurrò.

“Zitta ho detto!” sibilò ancora la donna incappucciata. Fece un brusco movimento con la pistola, indicando il tavolino con le cinghie dietro la donna. “Sul lettino!”

“Un attimo...” provò a protestare la donna.

“Ho...detto...” sillabò la ladra “Sul...lettino!”

“Daniela” indietreggiò, obbediente.

“E spogliati!” fece la figura più bassa, mentre la terza chiudeva la porta alle loro spalle.

“Io...non so cosa volete, ma io...”

La donna più alta la interruppe di nuovo “Sei sorda? Spogliati! Reggiseno e mutandine! E sul lettino!” armò il cane e si sentì il -click- metallico della pistola “Non farmelo ripetere.”

in preda al cieco terrore, la donna si svestì in tutta fretta, lanciando i vestiti sul pavimento. Una volta rimasta con solo il reggiseno nero di pizzo e le mutandine correlate a coprirle il corpo tonico, si distese lentamente sul letto, sempre sotto il tiro della pistola.

La figura che le aveva intimato di spogliarsi le si avvicinò e prese ad armeggiare con i legami in dotazione del tavolo. Pareva canticchiare sommessamente mentre lo faceva.

“Eccoci qui dunque!” commentò felice una volta finito “Dottoressa!”

“Co...come?” fece “Daniela”, completamente scioccata.

“Andiamo...” fece l'intrusa che ancora non aveva parlato “Non riconosci nemmeno più le tue candidate...o dovrei dire...”fece sfilandosi il passamontagna, rivelando una cascata di capelli fulvi “Le tue cavie?”

Alla donna sembrò mancare il fiato. Non era possibile...

“Va...Va...” balbettò

“Valeria” concluse la ragazza per lei, guardandola sogghignando.

“E Giorgia” la figura alta rimosse il suo passamontagna, fissando la truffatrice con disprezzo.

“E Anna!” disse infine la figura più mingherlina, rimuovendo tutta felice il suo passamontagna nero.

“Ma...ma voi...cosa...cosa credete di fare?” iniziò la donna, ma Giorgia la gelò con uno sguardo.

“Non ci provare” l'avvertì Valeria “Sappiamo tutto”.

“Tutto...cosa? Esattamente?” bluffò la donna. Era una situazione in cui non si era mai trovata prima e il suo cervello lavorava febbrile per trovare una soluzione.

“Tutto di tutto!” fece Anna battendo le mani felice “Sappiamo dei video” disse prendendo il computer ed iniziando ad armeggiare felice con le cartelle contenenti i loro provini .

“Ehi!” gridò la donna dibattendosi freneticamente “Lascialo stare! Oooooh...siete in un mare di guai! Questo è rapimento, aggressione...”

“E perché non omicidio?” ringhiò Giorgia brandendo la pistola.

“Daniela” sbiancò, trattenendo il fiato.

Poi, le tre ragazze scoppiarono a ridere.

“Sul serio? Ci hai creduto sul serio?” sghignazzò Giorgia buttando in terra l'arma “Sono pistole giocattolo!”

Dal pallore più completo, il viso della donna passò al rossore più totale. Armi giocattolo! E lei ci era cascata!

Si era spogliata e si era fatta legare al suo stesso lettino...sotto la minaccia di una pistola finta!

“Ok...” sbuffò “Ah ah ah...molto divertente. Vi siete prese la vostra rivincita, bene, brave. Che altro volete?”

“Che cosa curiosa che lo trovi divertente...” fece Valeria avvicinandosi al lettino.

“Già...proprio curiosa...sono felice che tu abbai conservato la tua voglia di ridere...ti servirà!” promise Giorgia, avvicinandosi a sua volta.

“EHI!” strepitò la donna ricominciando ad agitarsi. “Ferme lì! Che avere in mente! Fermatevi! Io ho i vostri video, pronti ad andare in rete! Vi posso rovinare, vi posso...”

“No no...non li hai più” disse la voce di Anna, che ancora trafficava con il pc della truffatrice. “Mi è spiaciuto molto, ma li ho dovuti cancellare...l'ho promesso alle mie amiche!” fece stringendosi nelle spalle, come non capisse il motivo di quello che aveva appena dovuto fare.

“Peccato però!” continuò, afferrando il portatile ed avvicinandolo al lettino dove “Daniela” giaceva immobilizzata “Secondo me erano i migliori video che tu abbia mai fatto” concluse appoggiando il pc sul famoso tavolino degli strumenti in parte al lettino.

“I migliori...” la donna rimase senza fiato.

“Proprio un gran bel piano il tuo!” fece Giorgia con fare sarcastico, rimettendosi il passamontagna.

“Peccato tu non abbia calcolato questo...che tra le tue cavie potesse esserci una tua cliente!” sogghignò Valeria, imitando la compagna.

“Io!” terminò la frase Anna, battendo entusiasta le piccole mani pallide. “Ooooh...ho riconosciuto subito il lettino, sai? Non ti dico che emozione...essere legata e solleticata proprio come nei tuoi video!” poi però si rabbuiò “Anche se i tuoi video costano davvero davvero tanto...”

“Che ingiustizia...” disse Valeria da dietro il passamontagna, avvicinandosi alla testa della donna immobilizzata.

“Già...Anna ci è rimasta così male quando le hai nemmeno fatto fare lo spareggio!” continuò Giorgia, andando a posizionarsi ai piedi del lettino. Fissò sogghignate i piedi tremanti della donna. Le dita smaltate di nero brillante che si contorcevano in preda al nervoso. “Non si trattano così i clienti abituali...”

“No...ragazze..vi prego...” Daniela prese a far saettare lo sguardo dall'una all'altra “Ragioniamo!”

“Ssssssshhh...” la interruppe Valeria, premendole l'indice sulla labbra, come per tacitarla. “Iniziano le riprese ora!”

“Daniela” tornò a sbiancare in volto “Le...cosa!”

“Sei in streaming ora!” fece Anna con un gridolino di pura estasi, indicandole lo schermo del portatile, rivolto verso di lei. La luce della webcam pareva brillare malignamente.

“Un video gratis per tutti i tuoi clienti...così non ci rimarranno male perché non hanno avuto i nostri!” concluse soddisfatta, indossando a sua volta il passamontagna.

“No! Ferme! Non potete farmi questo!” si sgolò la donna dimenandosi, strattonando i suoi legami

Ignorandola completamente, Valeria e Giorgia fecero un gesto platealmente cerimoniale, come per invitare Anna a cominciare.

Dopotutto, non fosse stato per lei, sarebbero state vittime tutte e tre di quella spietata macchinazione.

Anna ridacchiò tutta felice e prese a mulinare le dita in aria, avvicinandole sempre di più, sempre di più al corpo seminudo ed indifesa della donna.

“No!” urlò la truffatrice divincolandosi “Ferma! Ti prego! Vuoi soldi? Ne ho un sacco, ti prego, ti giuro...AHaHahaHaHAHHHHHHHHH!” le sue suppliche si trasformarono presto in risate, quando le malefiche unghie di Anna fecero contatto con le sue cosce nude, solleticandole sapientemente.

“NoohHOOHhOhoHOhOho...ViHhiH PREEEEEEGOooOoOOOOO!” urlò la donna.

“Ma che peccato...” gongolò Valeria sfiorandole le ascelle.

“Mi sa tanto che tu lo soffri più di noi tre messe assieme!” sghignazzò Giorgia, carezzandole i piedi.

“NOHoOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!” urlò la truffatrice in preda ad un autentico terrore.

“Dopo di lei...” concesse magnanimamente Valeria.

“Ma grazie mia cara” ridacchiò Giorgia apprestandosi a torturare quelle estremità guizzanti.

NO...nO..NO...FERMEEAHAHHAHAAH A,;AahhaHAHAHAHAHAHHA MHHHOOHHOHO DISPIACEEEAHAHAH ...MI DISPIAAAHAHCEEEEEEE!”

Come detto all'inizio di questa storia: capita spesso di trovare in una classe personaggi che nella vita di tutti i giorni non si vorrebbe mai frequentare. Di solito, o si litiga costantemente, o ci si ignora con malcelato fastidio.

Oppure, più raramente, capita di dover fare fronte comune contro una persona che si odia ancora di più.

Questa lezione, la nostra truffatrice la apprese sulla sua pelle...nel modo più duro!

In chiusura, vi lascio come monito le suppliche della nostra disgraziata “Daniela”, torturata per tutta la notte per il sadico piacere dei suoi clienti...e non solo. Non che dobbiate ascoltarle, beninteso.

Giorgia, Valerie ed Anna di sicuro non l'hanno fatto.

“AHAHAHAHAHHAHAHAHAHA...OHOHHODIOO vIiIHIHI PREGoOHHOHO..NOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHOOOOOOOOOOOO!”


Fine.

Comments12
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Nights-With-Salem's avatar
Davvero divertente. I miei complimenti! ;)